Sotto il piede sinistro era fissato un perno moderno per il fissaggio della statuetta ad una base. Presenta una patina bruno scura e incrostazioni sulla superficie.
L'eroe è rappresentato nudo, in posizione di slancio, con la gamba sinistra avanzata e leggermente flessa, mentre la destra, rigida, resta arretrata. Il tronco leggermente inclinato all'indietro non presenta particolari notazioni anatomiche. Gli arti inferiori sono resi abbastanza naturalisticamente mentre le braccia più sommariamente: il braccio destro è sollevato nell'atto di brandire la clava, ora mancante; il sinistro è portato in basso, fortemente scostato dal corpo e sull'avambraccio indossa la leontè, spezzata. La testa, posta su un collo robusto, appena girata verso sinistra, è coperta da una calotta di capelli fortemente rilevata sulla fronte e schiacciata posteriormente. Profonde solcature radiali sul davanti, più disordinate e irregolari sulla nuca. Il volto è quasi triangolare, con naso prominente, occhi indicati da cerchietti incisi, bocca non segnata, mento appuntito.
La figura nel complesso è slanciata, resa in modo abbastanza anatomico, soprattutto negli arti inferiori.
Ambito Culturale
Ambito etrusco-italico
Cronologia
III-II sec. a.C. sec.
Materiale e Tecnica
Bronzo a fusione piena
Dimensioni
Altezza: 10,3 cm
Larghezza: 5,9 cm
Collocazione
Museo Archeologico
Sala II-bronzetti, vetrina 2
Inventario
1062
Stato di conservazione
Mutilo
Specifiche di reperimento
Provenienza sconosciuta.
Osservazioni
Sulla sparte alta della coscia sinistra del bronzetto è presente un n. di inventario (1061) diverso da quello riportato in catalogo (1062). L'inv. 1061 in realtà corrisponde ad un altro bronzetto che in catalogo ha effettivamente inv. 1061, sempre un Ercole in assalto ma leggermente diverso. Tutto ciò è probabilmente frutto di un errore umano. La figura appare realizzata da un artigiano che non si discosta dalla piccola plastica centro-italica di III-II sec. a.C. La produzione dei bronzetti raffiguranti Ercole inizia forse nel V sec. a.C., è ben attestata in ambiente italico e diffusissima in Etruria. Si articola in serie con numerose varianti, più o meno rozze, che si protraggono sino all'epoca romana imperiale.