Il bronzetto presenta una patina di colore bruno scuro uniformemente distribuita.
La figura femminile si erge in posizione frontale, con le gambe leggermente divaricate e i piedi uniti in un unico blocco, probabilmente un'appendice di fusione utile per fissare la statuina ad una base.
La donna indossa un chitone aderente al corpo, che arriva fino alle caviglie, decorato all'altezza del collo con circoletti incisi, mentre a livello delle spalle con triangoli aventi le punte concluse da un puntino impresso e da due circoletti posti alla base del triangolo.
Ai piedi la donna porta dei calzari a punta e sulla testa un copricapo a punta, il cui orlo è decorato da lineette incise.
Le spalle sono molto larghe, su di esse si innestano braccia affusolate: il braccio destro è leggermente piegato e si apre verso l'esterno, con la mano aperta e il pollice divaricato; quello sinistro è invece abbassato e tiene un lembo del chitone. L'orlo è decorato da trattini obliqui paralleli tra loro e incisi. I lineamenti del volto sono espressi sommariamente: occhi disegnati con incisione a mandorla, naso evidente, bocca indicata da un semplice solco, mento pronunciato e appuntito.
Ambito Culturale
Ambito etrusco-italico
Cronologia
VI secolo a.C., fine sec.
Materiale e Tecnica
Bronzo a fusione piena
Dimensioni
Altezza: 9,6 cm
Larghezza: 3,8 cm
Collocazione
Museo Archeologico
Sala II-bronzetti, vetrina 1
Inventario
551
Stato di conservazione
Mutilo
Specifiche di reperimento
Provenienza dalla provincia di Padova (località incerta).
Osservazioni
Il bronzetto presenta sul retro della gamba sinistra un numero, 1063, che non trova riscontro in alcuna pubblicazione e neppure nei cataloghi cartacei compilati a inizio Novecento. Alla compilazione del catalogo di G. Zampieri il pezzo non recava tale numero, dunque questo è stato apposto post 1986. Il tipo della figurina stante con mano destra protesa in avanti e sinistra allineata al fianco nell'atto di sollevare il chitone , riproduce il tipo largamente diffuso in Etruria, ispirato al modello attico della kore offerente. La resa un po' rozza, la schematizzazione e semplificazione delle forme, inducono a pensare ad una produzione seriale destinata a ad una committenza poco raffinata.