Ascia in ferro a due bracci di cui uno corto a sezione quadrangolare con estremità a martello, l'altro lungo e ricurvo con margini leggermente concavi e taglio largo e lievemente convesso. Tra i due bracci, in posizione decentrata, è presente il foro d'immanicatura a sezione ovale, con alette laterali di fermatura.
Ambito Culturale
Ambito romano, produzione locale
Cronologia
Metà I secolo a.C. - metà I secolo d.C. sec.
Materiale e Tecnica
Ferro
Dimensioni
Lunghezza: 23 cm
Larghezza: 6 cm
Collocazione
Museo Archeologico
sala V; settore 9
Inventario
Ingr. 140802
Stato di conservazione
Integro
Osservazioni
Il pezzo è stato rinvenuto in uno scavo-sterro insieme ad altri otto strumenti in ferro (Ingr. nn. 140799, 140800, 140801, 140803, 140805, 140806, 140807a, 140807b), in un'area occupata in epoca romana da un insediamento abitativo-produttivo. L'ascia a taglio ricurvo serviva generalmente agli artigiani del legno, i lignari, per piallare e levigare il legno o per squadrare e rifinire tavole e manufatti lignei. L'estremità a martello poteva essere funzionale in agricoltura come mazza per frantumare le zolle o per conficcare pali nel terreno, anche se l'uso in agricoltura, in particolare in orticoltura e viticoltura, non viene specificatamente espresso in nessuna fonte letteraria. La polifunzionalità dello strumento, come di altri strumenti del genere, permetteva di risparmiare sul numero di attrezzi a disposizione. Tipi di strumenti funzionalmente analoghi, seppur con lievi varianti nella forma, sono attestati almeno dalla II età del Ferro, in età imperiale ad esempio a Pompei, e ancora utilizzati dai vignaioli in età storica recente.