Piatto di colore verdeazzurro chiaro e pasta trasparente. Presenta orlo a cordoncino, corpo a pareti leggermente svasate e fondo apodo, a base lievemente concava, che si ingrossa verso il centro. Sul fondo si notano tracce dell'attacco del pontello.
La forma è riconducibile al tipo Isings 46.
Ambito Culturale
Ambito romano, italico-settentrionale
Cronologia
I secolo d.C., seconda metà sec.
Materiale e Tecnica
Vetro / vetro soffiato a mano libera con bollciine e striature
Dimensioni
Altezza: 1,8 cm
Diametro: 10,8 cm
Collocazione
Museo Archeologico
sala V; settore 8
Inventario
676R; XIX-239
Stato di conservazione
Parzialmente ricomposto
Osservazioni
Il tipo Isings 46 è caratterizzato dal labbro formato arrotolando e ripiegando il vetro verso l'esterno o verso l'interno in modo da formare un cordoncino cavo o pieno, dal fondo piano o leggermente concavo, spesso irregolare e ingrossato al centro, sulla cui parte esterna sono conservate le irregolarità dovute all'aderenza del pontello alla parete del fondo. La forma è messa in relazione con il tipo Dragendorff 17A della Terra Sigillata, prodotto già in età augustea, munito di piede come alcuni esemplari vitrei, rispetto ai quali la forma apoda (la 46a, qui presente) sembra essere una variante semplificata, secondo la Isings "tipicamente italica" vista la frequenza dei ritrovamenti soprattutto nell'Italia settentrionale e nel Veneto in particolare. Si trova in contesti databili a partire dall'età claudio-neroniana, mentre il tipo, che ha la massima diffusione nella seconda metà del secolo e nei primi decenni del successivo, è meno frequente nelle province transalpine e orientali, dove viene prodotto dal II secolo d.C. fino a oltre il IV secolo d.C. Il pezzo è stato inventariato all'interno dell'Inventario Archeologico - Parte II. Il numero romano corrisponde alla vetrina di esposizione.