Brocchetta di colore verdeazzurro, pasta trasparente. Presenta labbro espanso ribattuto all'interno e appiattito, collo cilindrico distinto, con leggera depressione alla base, corpo globulare lievemente depresso con fondo apodo leggermente concavo.
L'ansa a nastro, a doppia costolatura, piegata ad angolo retto, è impostata sulla spalla con attacco bifido e si salda sul collo.
Il tipo è riconducibile alla forma Isings 14, gruppo A della Calvi.
Ambito Culturale
Ambito romano, italico-settentrionale
Cronologia
II secolo d.C., prima metà sec.
Materiale e Tecnica
Vetro / vetro soffiato a mano libera
Dimensioni
Altezza: 7,5 cm
Diametro: 2,9 cm
Diam. orlo: cm 2,9; diam. max.: cm 6,8.
Collocazione
Museo Archeologico
sala V; settore 11
Inventario
686R; XIX-213
Stato di conservazione
Integro
Osservazioni
La tipologia appartiene al vasellame da mensa (contenitori per vino o acqua) e costituisce, insieme alle coppe, una delle forme più ricorrenti del I secolo d.C. e una delle più antiche del vetro soffiato. La brocca in esame, di dimensioni ridotte, serviva probabilmente come contenitore di liquidi preziosi, quali ad esempio profumi e oli. Oltre al termine latino "lagoena", la brocca vitrea viene denominata anche "olpe" per le strette analogie con l'esemplare fittile. Nell'Italia settentrionale, ma soprattutto in area centro-occidentale, l'olpe fittile diventa un elemento costante del corredo funerario, destinazione che non è invece data come esclusiva per gli esemplari vitrei (sul tema, si rimanda a Zampieri 1998, p. 148). Le lagoenae vitree compaiono in età tiberio-claudia e sono comuni in Italia e Francia. Nel corso del I secolo d.C. molte varianti, in argilla e vetro, appaiono riconducibili a due gruppi principali, che compaiono raramente già nei primi decenni del I secolo d.C.: il gruppo delle brocche a corpo globulare schiacciato, cui appartiene il pezzo in esame, e il gruppo a corpo piriforme o troncoconico. Le brocchette globulari trovano riferimenti precisi con alcuni esemplari provenienti dall'attuale Canton Ticino. Il pezzo è stato inventariato all'interno dell'Inventario Archeologico - Parte II. Il numero romano corrisponde alla vetrina di esposizione.